Pipes Feed Preview: Il Fatto Quotidiano

  1. Caso Resinovich, Visintin: “La Procura ha scaricato tutti i file presenti nella GoPro. Sono stati commessi errori enormi nelle indagini”

    Tue, 09 Sep 2025 21:08:34 -0000

    Proseguono le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste, a distanza di circa venti giorni dopo la sua scomparsa. Ieri, 8 settembre, infatti, sono iniziati i nuovi esami disposti dalla gip Flavia Mangiante per fare chiarezza sul […]

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    <div class="article__content__unit article__content__unit--text"> <p>Proseguono le <strong>indagini </strong>sulla morte di <strong>Liliana Resinovich</strong>, la <b>donna </b>trovata <strong>senza vita il 5 gennaio 2022</strong> nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a <strong>Trieste</strong>, a distanza di circa venti giorni dopo la sua scomparsa. Ieri, 8 settembre, infatti, sono iniziati i <strong>nuovi esami</strong> disposti dalla gip <strong>Flavia Mangiante</strong> per fare chiarezza sul caso ancora irrisolto. La giudice ha ordinato analisi, all’Istituto di medicina legale di Ancona, di natura genetica, merceologica e dattiloscopica. Gli accertamenti sarebbero iniziati sulla <strong>giacca</strong> della 63enne, dove i periti avrebbero repertato altre<strong> fibre tessili</strong>, diverse da quelle riconducibili all’indumento. <strong>Sebastiano</strong> <strong>Visintin</strong>, marito della vittima, rimane l’<strong>unico indagato</strong>.</p> </div> <p>E proprio Visintin ha parlato alla trasmissione televisiva <em>Porta a Porta </em>a proposito <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/caso-resinovich-scheda-gopro-cancellata-news/8120366/">dei presunti video cancellati (e quindi perduti)</a> che sarebbero stati presenti nella <strong>scheda di memoria </strong>della sua <strong>GoPro</strong>. Telecamera che lo stesso indagato dichiara di aver utilizzato il giorno della scomparsa della donna. &#8220;La GoPpro è stata a disposizione della Procura per mesi, <strong>hanno scaricato tutto, foto, video</strong>, poi quando hanno finito mi è stata restituita&#8221;, ha spiegato l&#8217;uomo intervenendo su Rai 1.</p> <p>In merito alla <strong>formattazione</strong> della <strong>scheda</strong> della <strong>memoria</strong> della telecamera &#8211; avvenuto proprio il 13 giugno 2023, giorno in cui il gip di Trieste, <strong>Luigi</strong> <strong>Dainotti</strong>, ha rifiutato la richiesta di archiviazione del caso indicando una ventina di punti per la riapertura delle indagini &#8211; Visintin ha dichiarato che solitamente &#8220;quando ho finito di fare le mie cose, attacco il pc e scarico il contenuto nel mio hard disk. Quindi che senso ha tenere tutto qui dentro?&#8221;, riferendosi alla telecamera. Visintin ha poi aggiunto che tutti gli <strong>hard disk</strong> in suo possesso sono stati <strong>sequestrati</strong> dagli inquirenti. Il conduttore della trasmissione, <strong>Bruno </strong><strong>Vespa</strong>, ha fatto notare che secondo la polizia postale di quel giorno sono scomparse solo alcune immagini. &#8220;Non so da dove viene fuori questa notizia &#8211; ha risposto Visintin -. Questo non dimostra niente&#8221;.</p> <p>Visintin ha dichiarato che n<strong>ell’avviso di garanzia</strong> emesso nei suoi confronti &#8220;c&#8217;è scritto che sono l’assassino di Resinovich, che l’ho picchiata, strangolata e ne ho occultato il cadavere&#8221; ma &#8220;io sono sereno e tranquillo, non ho nulla a che fare con tutto questo&#8221;, ha spiegato poi. Convinto, ancora oggi, che &#8220;Liliana si sia suicidata&#8221;. Continuando a rispondere alle <strong>domande di Vespa</strong> e di una ospite della puntata, Visintin ha chiesto &#8220;che <strong>siano fatti ulteriori accertamenti</strong>, a 360 gradi, su tutte le persone che in qualche modo sono venute a contatto con Resinovich, non solo su di me&#8221;. Poi la <strong>richiesta:</strong> &#8220;Voglio che venga svolta una <strong>terza perizia medico-legale</strong> che stabilisca la verità, visto che la prima, del professor Kostantinides riporta che Resinovich è morta per <strong>suicidio,</strong> e la seconda, della professor Cattaneo, che si tratta di omicidio&#8221;. Infine, Visintin ha parlato di &#8220;<strong>errori enormi fatti</strong>&#8221; come &#8220;il corpo della vittima lasciato in obitorio per cinque giorni a temperatura ambiente&#8221;.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/caso-resinovich-visintin-gopro-indagini-news/8121285/">Caso Resinovich, Visintin: &#8220;La Procura ha scaricato tutti i file presenti nella GoPro. Sono stati commessi errori enormi nelle indagini&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  2. Apple lancia i nuovi prodotti per il 2025: la gamma iPhone 17 e l’ultrasottile Air. Tra dazi, concorrenza e rallentamento del mercato

    Tue, 09 Sep 2025 20:16:27 -0000

    Con una citazione di Steve Jobs, “Il design non è solo estetica ma anche funzionalità”, il Ceo Tim Cook ha dato il via all’evento più atteso di Apple, in un momento cruciale segnato dalla concorrenza sull’intelligenza artificiale e dalle pressioni dei dazi. La star della serata è il nuovo iPhone Air, uno smartphone ultrasottile che […]

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    <p>Con una citazione di <strong>Steve Jobs,</strong> &#8220;Il design non è solo estetica ma anche funzionalità&#8221;, il Ceo <strong>Tim Cook</strong> ha dato il via all&#8217;evento più atteso di <strong>Apple,</strong> in un momento cruciale segnato dalla concorrenza sull&#8217;intelligenza artificiale e dalle pressioni dei dazi. La star della serata è il nuovo <strong>iPhone Air,</strong> uno smartphone ultrasottile che guida la nuova gamma di prodotti per il 2025, con cui Cupertino prova a mantenere i prezzi invariati nonostante le <strong>tensioni</strong> geopolitiche.</p> <p>&#8220;Con la nuova gamma di iPhone alziamo l’asticella &#8211; ha aggiunto Cook -. Sin dall’inizio, l’iPhone ha reinventato il settore degli smartphone. Abbiamo spinto sempre più in avanti le <strong>innovazioni</strong> e oggi andiamo oltre, con quella che per noi è una novità assoluta&#8221;. Il biglietto da visita dell&#8217;iPhone Air è il suo spessore di <strong>5,6 millimetri</strong> e l&#8217;ampio uso di materiali sostenibili, con l&#8217;80% del <strong>titanio riciclato</strong>. Cuore del dispositivo è il chip A19 Pro, affiancato dai nuovi coprocessori N1 e C1X, pensati per offrire prestazioni ideali per l’intelligenza artificiale generativa. Per la prima volta, un iPhone abbandona del tutto le Sim fisiche per ottimizzare lo spazio, basandosi esclusivamente sulle eSim, ormai sdoganate anche in Italia</p> <p>Oltre al modello bandiera, Apple ha presentato la <strong>nuova gamma di iPhone 17</strong>. Il modello base introduce uno schermo più luminoso e resistente ai graffi, mentre cambia radicalmente il design dei top di gamma, gli iPhone 17 Pro e 17 Pro Max (da 6,3 e 6,9 pollici rispettivamente). Come previsto, il modulo fotografico posteriore si estende ora lungo tutta la larghezza del telefono. &#8220;È di gran lunga l’iPhone più evoluto di sempre&#8221;, ha sostenuto Cook.</p> <p>L&#8217;evento ha visto anche il lancio della nuova versione delle <strong>cuffie wireless</strong> AirPods Pro 3, dotate di funzionalità di <strong>traduzione in tempo reale</strong>, e di una nuova gamma di Apple Watch. Il Series 11 integra un <strong>misuratore</strong> di <strong>pressione</strong> sanguigna, attualmente<strong> in attesa di approvazione normativa</strong>. Apple stima che questa funzione aiuterà un milione di persone e sarà resa disponibile in 150 paesi. È stata inoltre svelata la Apple Watch SE 3, una versione economica che monta il processore dell’attuale Series 10 e offre il 5G, notifiche di apnea notturna e un punteggio qualitativo del sonno. Non manca l&#8217;aggiornamento per il modello robusto, l’Apple Watch Ultra. Tutti i dispositivi presentati saranno disponibili a partire dal <strong>19</strong> <strong>settembre</strong>.</p> <p>Notevolmente <strong>assenti,</strong> invece, sono <strong>aggiornamenti</strong> significativi per <strong>Siri,</strong> l’assistente virtuale di Apple, il cui rilancio sembra essere slittato al prossimo anno mentre competitor come OpenAI e Google avanzano. I prodotti vengono lanciati nel bel mezzo di una <strong>guerra commerciale,</strong> innescata dall&#8217;ex presidente <strong>Donald Trump,</strong> i cui dazi sono stimati costare ad Apple oltre <strong>1 miliardo di dollari</strong> solo nell’attuale trimestre fiscale. Come nota <em>Bloomberg,</em> la strategia dell&#8217;azienda è stata proprio quella di mantenere i prezzi sui livelli del 2024 per non allontanare una clientela fedele, proteggendo la sua principale fonte di ricavo in un <strong>mercato smartphone in rallentamento</strong> e sempre più competitivo, specialmente in Cina.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/iphone-air-apple-smartphone-ultrasottile-news/8121358/">Apple lancia i nuovi prodotti per il 2025: la gamma iPhone 17 e l&#8217;ultrasottile Air. Tra dazi, concorrenza e rallentamento del mercato</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  3. Festa del Fatto Quotidiano, l’omaggio a Mauro Del Corno: “Un collega appassionato e di grande cultura”

    Tue, 09 Sep 2025 19:45:43 -0000

    In apertura dell’incontro sull’industria italiana, il giornalista del Fatto Quotidiano Carlo di Foggia ha voluto fare un omaggio al nostro collega e amico Mauro Del Corno, morto improvvisamente ad agosto mentre si trovava in vacanza a Samarcanda. Tutti gli eventi della Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo fino al 14 settembre

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    <p>In apertura dell&#8217;incontro sull&#8217;industria italiana, il giornalista del Fatto Quotidiano <strong>Carlo di Foggia</strong> ha voluto fare un omaggio al nostro collega e amico <strong>Mauro Del Corno</strong>, morto improvvisamente ad agosto mentre si trovava in vacanza a Samarcanda.</p> <p><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/andiamo-al-massimo-la-festa-del-fatto-quotidiano-2025-arriva-al-circo-massimo-di-roma/8030009/">Tutti gli eventi della Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo fino al 14 settembre</a></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/festa-fatto-quotidiano-omaggio-delcorno-news/8121314/">Festa del Fatto Quotidiano, l&#8217;omaggio a Mauro Del Corno: &#8220;Un collega appassionato e di grande cultura&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  4. Migliaia di persone in piazza a Roma per sostenere la missione della Global Sumud Flotilla: “Se li toccano, blocchiamo tutto”

    Tue, 09 Sep 2025 19:26:57 -0000

    “Siamo l’imbarcazione di terra. Se toccano la Flotilla noi blocchiamo tutto”. Sono migliaia le persone che si sono radunate in piazza a Roma, per manifestare il loro sostegno alla missione della Global Sumud Flotilla. La manifestazione ha dato vita a un corteo a cui hanno partecipato studenti, sindacati e associazioni. I sindacati di base hanno […]

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    <p>&#8220;Siamo l’imbarcazione di terra. Se toccano la Flotilla noi <strong>blocchiamo tutto&#8221;.</strong> Sono <strong>migliaia</strong> le persone che si sono radunate in piazza a Roma, per manifestare il loro sostegno alla missione della <strong>Global Sumud Flotilla.</strong> La manifestazione ha dato vita a un <strong>corteo</strong> a cui hanno partecipato studenti, sindacati e associazioni.</p> <p>I sindacati di base hanno ribadito che sono pronti a indire lo <strong>sciopero generale,</strong> soprattutto dopo <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/global-sumud-flotilla-drone-colpita-greta-thunberg-notizie/8120239/" target="_blank" rel="noopener">l&#8217;attacco a una delle imbarcazioni.</a> Nello spezzone degli studenti sono stati esposti i manifesti con le foto della premier <strong>Giorgia Meloni,</strong> del ministro <strong>Guido Crosetto</strong> e dei leader di opposizione, tra cui <strong>Elly</strong> <strong>Schlein</strong>, con sopra le orme delle <strong>mani tinte di sangue</strong>. Al grido &#8220;Palestina libera, stop al genocidio. Intifada fino alla vittoria&#8221;, i manifestanti, partiti da Piazzale Aldo Moro sono arrivati a piazza Vittorio.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/global-sumud-flotilla-manifestazione-roma-sciopero-notizie/8121293/">Migliaia di persone in piazza a Roma per sostenere la missione della Global Sumud Flotilla: &#8220;Se li toccano, blocchiamo tutto&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  5. Festa del Fatto Quotidiano, rivedi l’incontro con Giorgio Garuzzo, Maurizio Landini e Clara Mattei

    Tue, 09 Sep 2025 19:18:30 -0000

    “L’industria è finita?”: rivedi l’incontro integrale con Giorgio Garuzzo, Maurizio Landini e Clara Mattei, intervistati da Carlo Di Foggia e Gianni Dragoni Tutti gli eventi della Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo fino al 14 settembre

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    <p><b>“L’industria è finita?”: </b>rivedi l&#8217;incontro integrale con Giorgio Garuzzo, Maurizio Landini e Clara Mattei, intervistati da Carlo Di Foggia e Gianni Dragoni</p> <p><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/andiamo-al-massimo-la-festa-del-fatto-quotidiano-2025-arriva-al-circo-massimo-di-roma/8030009/">Tutti gli eventi della Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo fino al 14 settembre</a></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/festa-fatto-quotidiano-industria-garuzzo-landini-mattei-diretta/8121245/">Festa del Fatto Quotidiano, rivedi l&#8217;incontro con Giorgio Garuzzo, Maurizio Landini e Clara Mattei</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  6. Barbacetto alla Festa del Fatto: “I milanesi sono stati derubati. Due miliardi sottratti ai servizi pubblici”

    Tue, 09 Sep 2025 19:15:16 -0000

    Al Circo Massimo, nell’edizione 2025 della Festa del Fatto Quotidiano che proseguirà fino a domenica 14 settembre, Gianni Barbacetto, firma storica del giornale e autore di numerose inchieste sul cosiddetto “sistema Milano”, ha raccontato al pubblico i retroscena di anni di indagini e reportage che hanno fatto discutere la città simbolo della crescita italiana. Il […]

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    <p>Al Circo Massimo, <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/andiamo-al-massimo-la-festa-del-fatto-quotidiano-2025-arriva-al-circo-massimo-di-roma/8030009/" target="_blank" rel="noopener"><strong>nell’edizione 2025 della <em>Festa del Fatto Quotidiano</em></strong> che proseguirà fino a domenica 14 settembre</a>, <strong>Gianni Barbacetto, </strong>firma storica del giornale e autore di numerose <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/07/26/sistema-milano-come-i-pm-sono-arrivati-a-sala/8074490/" target="_blank" rel="noopener">inchieste sul cosiddetto <strong>“sistema Milano”</strong></a>, ha raccontato al pubblico i retroscena di anni di indagini e reportage che hanno fatto discutere la città simbolo della crescita italiana.<br /> Il giornalista, che ha appena pubblicato <a href="https://www.paperfirst.it/libri/contro-milano/" target="_blank" rel="noopener">per <em><strong>Paper First</strong> </em>il libro <em><strong>Contro Milano</strong></em></a>, ha ricordato come il “modello Milano” sia nato ai tempi di <strong>Expo 2015</strong>:<br /> &#8220;Il problema – ha sottolineato – è che io ho cominciato a lavorare su questi temi nel 2015, quando c’è stato Expo. Ho capito, ma non perché sono un genio, bastava avere gli occhi e guardare, che stava nascendo una cosa che poi abbiamo chiamato sistema Milano o modello Milano. Anzi, il modello Milano che poi si è dimostrato un sistema, anche un sistema di abusi&#8221;.</p> <p>Secondo Barbacetto, la città è stata avvolta da una narrazione euforica che ha oscurato la realtà: &#8220;Lo storytelling era che Milano partiva come un razzo verso lo sviluppo, che andava tutto bene, che arrivavano soldi da tutto il mondo, che cambiava lo skyline con i grattacieli fighissimi e le archistar. Dovevamo essere tutti contenti. <strong>Ma bastava guardare per capire che non andava nell’interesse della maggioranza dei cittadini&#8221;.<br /> </strong>La Procura di Milano, come è noto, ha aperto fascicoli per indagare su rapporti opachi tra amministratori, funzionari e costruttori. E il linguaggio, osserva Barbacetto, ha avuto un ruolo decisivo: &#8220;Se tu un abuso, come abbattere un piccolo garage e costruire al posto suo un grattacielo di 24 piani, lo chiami <strong>rigenerazione urbana</strong>, diventa una cosa bellissima. Allora, la potenza del linguaggio ha il suo effetto. <strong>Il giornalismo dovrebbe smascherare il linguaggio imbroglione. Non è rigenerazione urbana, è abuso edilizio&#8221;</strong>.</p> <p>Il nodo, sottolinea il cronista, è anche economico: &#8220;Le leggi non sono complesse: se demolisci un edificio di uno o due piani e costruisci una torre di 24, non è ristrutturazione, è nuova costruzione. E devi pagare il 100% degli oneri di urbanizzazione e restituire servizi alla città. Ma se la chiami ristrutturazione, hai uno sconto del 60%. Così Milano ha perso, a spanne, 2 miliardi di euro. Due miliardi che i milanesi non hanno avuto in parcheggi, verde, servizi&#8221;.<br /> Un esempio concreto arriva dal presente: &#8220;Abbiamo l’estate più calda di sempre, ma <strong>a Milano le piscine comunali sono chiuse</strong>. Perché? Perché non ci sono i soldi, dice il sindaco <strong>Sala</strong>. <strong>Ma se regali 2 miliardi agli operatori immobiliari, è ovvio che non ci sono soldi.</strong> E non si possono nemmeno più chiamare costruttori, ora sono sviluppatori: e già il nome sembra positivo, uno che porta sviluppo, ma in realtà è solo un modo per abbellire un furto&#8221;.</p> <p>Il confronto con altre metropoli europee, spiega Barbacetto, è impietoso: &#8220;Milano è la città con maggiori investimenti immobiliari in Europa: prima Milano, seconda Monaco di Baviera, terza Amsterdam. <strong>Ma a Monaco lo sviluppatore deve restituire alla città il 30% del valore estratto, a Milano l’8%. Questo è un furto&#8221;</strong>.</p> <p>Infine, la questione giudiziaria: &#8220;L<strong>a legge è chiara: se costruisci oltre i 25 metri devi avere un piano attuativo. Se non ce l’hai, quel grattacielo è abusivo</strong>. Non è complicato, non ci sono interpretazioni diverse. Ma a Milano non si fanno più piani attuativi perché bisogna fare tutto veloce, in nome della smart city. <strong>Così però si derubano i cittadini dei servizi</strong>&#8220;.<br /> E sulla giustificazione più ricorrente, quella della “<strong>gentrificazione inevitabile</strong>”, Barbacetto ha replicato: &#8220;Certo, le città crescono così. Ma Monaco dà il 30% ai cittadini, Milano l’8%. E allora qualcosa di meglio si poteva fare&#8221;.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/barbacetto-festa-fatto-milano-due-miliardi-abusi-edilizi-inchiesta/8121250/">Barbacetto alla Festa del Fatto: &#8220;I milanesi sono stati derubati. Due miliardi sottratti ai servizi pubblici&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  7. Ucraina, Della Valle (M5S): “Von der Leyen e Kallas sconfitte al Parlamento Europeo su strategia militaristica dell’UE”

    Tue, 09 Sep 2025 18:39:03 -0000

    “La politica guerrafondaia di Ursula Von der Leyen e Kaja Kallas è stata clamorosamente sconfitta al Parlamento europeo. È stato infatti approvato con 365 voti a favore e 182 contrari nel rapporto sui negoziati di adesione dell’Ucraina un nostro emendamento che deplora la strategia militaristica dell’UE in Ucraina”. Così in una nota Danilo Della Valle, […]

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    <p>“La politica guerrafondaia di <strong>Ursula Von der Leyen</strong> e <strong>Kaja Kallas</strong> è stata clamorosamente sconfitta al <strong>Parlamento europeo.</strong> È stato infatti approvato con 365 voti a favore e 182 contrari nel rapporto sui negoziati di adesione dell’Ucraina un nostro emendamento che deplora la strategia militaristica dell&#8217;UE in Ucraina&#8221;. Così in una nota <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/11/strasburgo-leurodeputato-m5s-della-valle-sventola-la-bandiera-della-pace-dopo-il-suo-intervento-in-aula/7908865/"><strong>Danilo Della Valle</strong></a>, europarlamentare del <strong>Movimento 5 Stelle. </strong></p> <p>È stato <strong>approvato</strong> infatti un <strong>emendamento</strong> che condanna la <strong>strategia militare dell’Ue</strong> in <strong>Ucraina,</strong> come spiegato dall&#8217;europarlamentare nel comunicato: &#8220;L’emendamento recita inoltre che l’UE non è riuscita a garantire la pace e ha indebolito la sua rilevanza a livello mondiale e chiede un cambiamento urgente nella politica dell&#8217;UE a favore della diplomazia e della protezione civile, che anteponga la pace e la risoluzione dei conflitti all&#8217;escalation militare&#8221;.</p> <p>Poi <strong>l&#8217;invito</strong> a cercare dei <strong>canali negoziali</strong> per arrivare a una <strong>decisione politica</strong> sul <strong>conflitto</strong> in Ucraina: &#8220;Il Parlamento europeo invita, inoltre, l&#8217;UE ad aprire finalmente canali negoziali per giungere a una soluzione politica del conflitto in Ucraina, in risposta alla necessità di sicurezza collettiva e di disarmo in Europa e nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e dell&#8217;atto finale della conferenza di Helsinki&#8221;.</p> <p>&#8220;Si tratta di una sconfessione totale di Ursula Von der Leyen e del suo piano di riarmo che arriva il giorno prima del suo atteso discorso sullo Stato dell’Unione &#8211; ha poi concluso Della Valle -. Adesso ci aspettiamo che gli stessi parlamentari che hanno votato questo emendamento, per coerenza votino la mozione di censura che il nostro gruppo si appresta a presentare. Basta guerre, sfiduciamo questa Commissione con l’elmetto”.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/strategia-militare-ucraina-parlamento-europeo-m5s-notizie/8121208/">Ucraina, Della Valle (M5S): &#8220;Von der Leyen e Kallas sconfitte al Parlamento Europeo su strategia militaristica dell&#8217;UE&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  8. Festa del Fatto Quotidiano, rivedi l’incontro con Barbacetto, Malavenda e Ranucci

    Tue, 09 Sep 2025 18:35:24 -0000

    “Giornalismo d’inchiesta sotto inchiesta”: rivedi l’incontro con Gianni Barbacetto, Caterina Malavenda e Sigfrido Ranucci intervistati da Giacomo Salvini e Mario Portanova

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    <p>“<strong>Giornalismo d’inchiesta sotto inchiesta</strong>”: rivedi l&#8217;incontro con Gianni Barbacetto, Caterina Malavenda e Sigfrido Ranucci<br /> intervistati da Giacomo Salvini e Mario Portanova</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/giornalismo-inchiesta-ranucci-barbacetto-malavenda-evento/8121192/">Festa del Fatto Quotidiano, rivedi l&#8217;incontro con Barbacetto, Malavenda e Ranucci</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  9. Ferrari 849 Testarossa, debutta a Milano la nuova Rossa ibrida plug-in da 1050 cavalli – FOTO

    Tue, 09 Sep 2025 18:30:46 -0000

    Si chiama 849 Testarossa la nuova creatura del Cavallino Rampante. Un nome che racchiude già tutta la sua anima: l’“8” per i cilindri del V8 biturbo, il “49” per la cilindrata unitaria (3999 cm³ diviso 8), e “Testarossa” per richiamare uno dei miti assoluti di Maranello. Una sigla che racconta la storia: usata per la […]

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    <div class="snap-gallery-container" style="height: 400px"><div class="snap-gallery-wrapper"><div class="snap-gallery-slide"> <div class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_02-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" aria-label="Previous slide"><span>‹</span></button> <button class="snap-gallery-nav next" aria-label="Next slide"><span>›</span></button> </div> <div class="snap-gallery-info"> <div class="snap-gallery-counter">1 / 8</div> <h3 class="snap-gallery-title">ferrari 849 testarossa</h3> <p class="snap-gallery-photocredits"></p> <p class="snap-gallery-caption"></p> </div> </div><div class="snap-gallery-slide"> <div class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_03-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" 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</div> </div><div class="snap-gallery-slide"> <div class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_04-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" aria-label="Previous slide"><span>‹</span></button> <button class="snap-gallery-nav next" aria-label="Next slide"><span>›</span></button> </div> <div class="snap-gallery-info"> <div class="snap-gallery-counter">4 / 8</div> <h3 class="snap-gallery-title">ferrari 849 testarossa</h3> <p class="snap-gallery-photocredits"></p> <p class="snap-gallery-caption"></p> </div> </div><div class="snap-gallery-slide"> <div class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_06-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" aria-label="Previous slide"><span>‹</span></button> <button class="snap-gallery-nav next" 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class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_05-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" aria-label="Previous slide"><span>‹</span></button> <button class="snap-gallery-nav next" aria-label="Next slide"><span>›</span></button> </div> <div class="snap-gallery-info"> <div class="snap-gallery-counter">7 / 8</div> <h3 class="snap-gallery-title">ferrari 849 testarossa</h3> <p class="snap-gallery-photocredits"></p> <p class="snap-gallery-caption"></p> </div> </div><div class="snap-gallery-slide"> <div class="snap-gallery-image-container"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_08-630x331.jpg" alt="" loading="lazy"> <button class="snap-gallery-nav prev" aria-label="Previous slide"><span>‹</span></button> <button class="snap-gallery-nav next" aria-label="Next slide"><span>›</span></button> 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src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_04-200x200.jpg" alt="" loading="lazy"> </div><div class="snap-gallery-thumb" data-index="4"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_06-200x200.jpg" alt="" loading="lazy"> </div><div class="snap-gallery-thumb" data-index="5"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_Interior_16x9_01-200x200.jpeg" alt="" loading="lazy"> </div><div class="snap-gallery-thumb" data-index="6"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_05-200x200.jpg" alt="" loading="lazy"> </div><div class="snap-gallery-thumb" data-index="7"> <img decoding="async" src="https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/09/09/849_Testarossa_16x9_08-200x200.jpg" alt="" loading="lazy"> </div></div></div> <p>Si chiama <strong>849 Testarossa</strong> la nuova creatura del Cavallino Rampante. Un<strong> nome</strong> che racchiude già tutta la sua <strong>anima</strong>: l’“8” per i cilindri del V8 biturbo, il “49” per la <strong>cilindrata</strong> unitaria (3999 cm³ diviso 8), e “Testarossa” per richiamare uno dei <strong>miti</strong> assoluti di Maranello. Una sigla che racconta la<strong> storia</strong>: usata per la prima volta nel 1956 sulla 500 TR, indicava il colore delle <strong>teste</strong> cilindri di alcuni tra i motori da corsa più estremi, prima di diventare icona con la leggendaria Testarossa del 1984.</p> <p>Per la sua prima apparizione mondiale Ferrari ha scelto<strong> Milano</strong>, non a caso. Capitale del design e laboratorio di innovazione, palcoscenico internazionale in attesa dei Giochi Olimpici invernali, è la cornice perfetta per svelare un’auto che unisce tradizione e futuro, potenza ed eleganza, tecnologia e passione.</p> <p>La nuova<strong> berlinetta ibrida plug-in</strong> segna un balzo tecnologico impressionante. Il <strong>V8 biturbo</strong> completamente rivisto da <strong>830 cavalli</strong> è il più potente mai montato su una Ferrari di gamma, e trova nei <strong>tre motori elettrici</strong> (220 cv complessivi) un alleato formidabile. Uno al posteriore, due all’anteriore, per garantire trazione integrale on-demand e torque vectoring. La vera magia è nella <strong>risposta</strong>: grazie al sistema elettrico che accelera direttamente l’albero motore, il <strong>turbo</strong> è sempre pronto. Nessun lag, solo spinta immediata, come un<strong> aspirato</strong> puro ma con l’esplosività di un ibrido da 1050 cavalli complessivi.</p> <p>I numeri, com&#8217;è logico aspettarsi, sono da record: 0-100 km/h in 2,25”, 0-200 km/h in 6,35”, <strong>velocità</strong> massima oltre i 330 km/h. E, con la <strong>batteria</strong> agli ioni di litio da 7,45 kWh, può percorrere fino a 25 km in modalità elettrica a 130 km/h. Tutto questo senza aumentare il <strong>peso</strong> rispetto alla <strong>SF90 Stradale</strong>, che la 849 Testarossa sostituisce: il miglior rapporto peso/potenza mai raggiunto da una Ferrari di serie.</p> <p>Le <strong>novità</strong> non si fermano al motore. Il sistema <strong>FIVE</strong> (Ferrari Integrated Vehicle Estimator) crea un vero e proprio <strong>gemello digitale</strong> della vettura, prevedendone ogni movimento e adattandone le reazioni al modo di guidare del pilota. È l’auto che<strong> impara</strong>, anticipa, corregge. Il tutto coadiuvato dall’<strong>ABS Evo</strong>, che sfrutta i dati del FIVE per modulare lo slittamento e distribuire la frenata in modo ottimale. Risultato: massime <strong>prestazioni</strong> con precisione chirurgica. E quando serve fermarsi, lo fa con la stessa rapidità con cui accelera: bastano 28,5 metri da 100 km/h a zero.</p> <p>Il <strong>design</strong> firmato<strong> Flavio Manzoni</strong> è un equilibrio tra scultura e aerodinamica. La carrozzeria non è un insieme di dettagli, ma un’<strong>architettura</strong> coerente in cui ogni elemento ha una funzione. Un esempio straordinario è la<strong> porta</strong> brevettata: realizzata in un unico pannello con stampaggio a caldo, è scavata in profondità per incanalare l’aria laterale con un effetto “sponda” che mai si era visto su una Ferrari di gamma. Funzionalità pura, resa con un’eleganza che amplifica la percezione di tridimensionalità e pulizia. Senza dimenticare il <strong>posteriore</strong> a doppia coda ispirata alla 512 S con due profili alari fissi (twin tail) e lo <strong>spoiler</strong> attivo che in meno di un secondo trasforma la deportanza, generando fino a 100 kg di carico a 250 km/h. L’intera <strong>aerodinamica</strong> lavora in sinergia: la nuova Testarossa sviluppa un carico totale di 415 kg a 250 km/h, con un incremento di 25 kg rispetto alla SF90 Stradale, migliorando al contempo il raffreddamento di motore e freni del 15%.</p> <p>A donare forza visiva contribuisce la <strong>fascia</strong> verticale nera sulla<strong> fiancata</strong>, disponibile anche in <strong>carbonio</strong> o tono su tono: un “corsetto” che stringe la carrozzeria, rendendola più compatta e muscolosa. L’ispirazione, ancora una volta, viene dal mondo dell’<strong>aeronautica</strong>.</p> <p>E se fuori domina la tensione delle linee, dentro trionfa il piacere dell’<strong>interazione</strong>. Ferrari ha deciso di riportare i <strong>comandi fisici</strong>, ascoltando i <strong>clienti</strong> che chiedevano un ritorno alla concretezza. Niente più eccessi di touch screen: tasti, leve e scatti meccanici restituiscono il contatto diretto con la macchina. Il <strong>volante</strong> conserva il leggendario<strong> pulsante</strong> di avviamento rosso, rito che accende il cuore del V8, mentre la <strong>plancia</strong> avvolge con volumi puri e materiali ricercati. L’<strong>abitacolo</strong> è ergonomico, avvolgente e raffinato, con nuovi rivestimenti come il Giallo Siena o il Blu Elettrico, pensati per esaltare sia l’anima sportiva sia quella green della vettura.</p> <p>La 849 Testarossa debutta con due nuove<strong> tinte</strong>: il Rosso Fiammante, evoluzione metallizzata del Rosso Corsa, e il Giallo Ambra. Oltre alla coupé, c’è la <strong>Spider</strong>, per godere a cielo aperto della stessa intensità. E per chi vuole l’estremo, l’<strong>Assetto Fiorano</strong>: 30 kg in meno grazie a fibra di carbonio e titanio, appendici aerodinamiche dedicate e pneumatici derivati dalla pista.</p> <p>Con la <strong>849 Testarossa</strong>, Ferrari non lancia semplicemente una nuova supercar: ridefinisce il concetto di<strong> sportività</strong> moderna. È un manifesto che tiene fede alla tradizione, ma che guarda dritto al futuro. Un’auto che emoziona già da ferma, e che quando parte incarna alla perfezione l’ossessione di <strong>Enzo Ferrari</strong>: “My obsession for speed and performance”. Le prime consegne della Coupé sono previste nel secondo trimestre 2026, con listino a partire da 460.000 euro (con Assetto Fiorano +52.500 euro). La Spider arriverà nel terzo trimestre, ad un <strong>prezzo</strong> base di mezzo milione euro.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/ferrari-849-testarossa-debutta-a-milano-la-nuova-rossa-ibrida-plug-in-da-1050-cavalli-foto/8121211/">Ferrari 849 Testarossa, debutta a Milano la nuova Rossa ibrida plug-in da 1050 cavalli &#8211; FOTO</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  10. Proteste pro Palestina alla Vuelta, Vingegaard si espone: “Questa gente va ascoltata”

    Tue, 09 Sep 2025 17:47:04 -0000

    “Non ci rendiamo conto di quanto accade intorno, ma in merito alle proteste, si sa che la gente lo fa per un motivo, è orribile quello che sta accadendo attualmente e credo che quanti stanno manifestando hanno bisogno di essere ascoltati”. A esporsi è Jonas Vingegaard, il ciclista leader della Vuelta di Spagna e due […]

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    <p>&#8220;Non ci rendiamo conto di quanto accade intorno, ma in merito alle proteste, si sa che la gente lo fa per un motivo, è orribile quello che sta accadendo attualmente e credo che quanti stanno manifestando hanno bisogno di essere ascoltati&#8221;. A esporsi è <strong>Jonas Vingegaard,</strong> il ciclista leader della Vuelta di Spagna e due volte vincitore del Tour de France. Il danese ha commentato ai microfoni dell’emittente pubblica TV2 le mobilitazioni, convocate dal collettivo &#8220;Galizia per la Palestina&#8221;, che anche oggi nella regione nordoccidentale di Spagna <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/vuelta-spagna-proteste-palestina-tappa-accorciata-news/8120979/">hanno forzato l’organizzazione della Vuelta ad <strong>anticipare di 8 km il traguardo</strong> della sedicesima tappa</a> della competizione, fra Poio e Mos Castro de Herville.</p> <p>&#8220;Hanno bisogno di essere ascoltati dai media, per questo protestano qui alla Vuelta. Ovviamente è un un peccato che questo accada esattamente qui e questo è ciò che pensa la maggioranza di noi corridori. Ma, insisto, credo che quanti manifestano necessitino disperatamente di essere ascoltati&#8221;, ha affermato Vingegaard. Netta la differenza con altri sport, come per esempio il calcio, dove raramente &#8211; soprattutto tra i personaggi così noti quale è Vingegaard &#8211; qualcuno si espone così, in maniera diretta, sul <strong>genocidio in corso a Gaza.</strong></p> <p>A prescindere da tutto, è un’edizione della <strong>Vuelta di Spagna</strong> – corsa ciclistica tra le più importanti al mondo – che verrà ricordata soprattutto per le tantissime <strong>proteste pro Palestina. </strong>Già nei primi giorni della corsa, durante <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/29/vuelta-manifestanti-palestina-israel-premier-tech-video-oggi/8109091/">la cronosquadre di <strong>Figueres</strong></a>, valida per la quinta tappa della Vuelta e corsa giovedì 28 agosto, la <b data-testid="body-text-bold">Israel-Premier Tech </b>era stata costretta a rallentare e poi <strong>bloccarsi</strong> per un attimo a causa di un gruppo di <strong>manifestanti</strong> con uno striscione e alcune <strong>bandiere palestinesi</strong> che ha occupato la <strong>carreggiata</strong> e non permesso loro di passare.</p> <p>Dopo quell’episodio, <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/31/vuelta-bandiere-palestina-rimosse-news/8110457/">l’organizzazione della Vuelta aveva deciso di adottare misure drastiche nei giorni seguenti.</a> Durante la nona tappa, conclusa a <strong>Cerler</strong>, e nella tappa del giorno prima con arrivo a <strong>Saragozza</strong>, le immagini televisive hanno mostrato un <strong>mezzo ufficiale</strong> della Vuelta <strong>rimuovere bandiere palestinesi</strong> e ogni riferimento a <strong>Gaza</strong> esposto dai tifosi lungo il percorso. Adesso le proteste continuano e secondo i media locali proseguiranno anche nelle prossime tappe.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/proteste-palestina-vuelta-vingegaard-news/8121181/">Proteste pro Palestina alla Vuelta, Vingegaard si espone: &#8220;Questa gente va ascoltata&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  11. Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo, rivedi l’incontro Food Farm 4.0

    Tue, 09 Sep 2025 17:29:44 -0000

    “Food Farm 4.0: un laboratorio per l’innovazione agroalimentare”. Rivedi l’incontro conLuca Ruini (Presidente di Food Farm e Vice President Safety, Energy, Environment per il Gruppo Barilla), Jean Leonard Touadi (docente Università La Sapienza e senior advisor FAO) e Alessandro Onorato (Assessore ai Grandi Eventi Roma Capitale), intervistati da Luca Sommi Tutti gli appuntamenti alla Festa […]

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    <p>“<strong>Food Farm 4.0</strong>: un laboratorio per l’innovazione agroalimentare”. Rivedi l&#8217;incontro conLuca Ruini (Presidente di Food Farm e Vice President Safety, Energy, Environment per il Gruppo Barilla), Jean Leonard Touadi (docente Università La Sapienza e senior advisor FAO) e Alessandro Onorato (Assessore ai Grandi Eventi Roma Capitale), intervistati da Luca Sommi</p> <p><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/andiamo-al-massimo-la-festa-del-fatto-quotidiano-2025-arriva-al-circo-massimo-di-roma/8030009/">Tutti gli appuntamenti alla Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo</a></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/food-farm-innovazione-agroalimentare-festa-fatto-notizie/8121182/">Festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo, rivedi l&#8217;incontro Food Farm 4.0</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  12. Stellantis, i sindacati scrivono all’ad Filosa: “Serve un incontro urgente. Situazione critica nelle fabbriche”

    Tue, 09 Sep 2025 17:22:20 -0000

    Serve un incontro “con urgenza” perché nelle fabbriche c’è una situazione “critica” ed è necessario discutere della “mancata applicazione” del piano industriale. Dopo aver atteso alcuni mesi, i sindacati metalmeccanici rompono gli indugi e chiedono un faccia a faccia con l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa. Il tempo dell’apertura di credito è finito e ora […]

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    <p>Serve un <strong>incontro &#8220;con urgenza&#8221;</strong> perché nelle <strong>fabbriche</strong> c&#8217;è una <strong>situazione &#8220;critica&#8221;</strong> ed è necessario discutere della &#8220;mancata applicazione&#8221; del <strong>piano industriale</strong>. Dopo aver atteso alcuni mesi, i <strong>sindacati</strong> metalmeccanici rompono gli indugi e chiedono un faccia a faccia con l&#8217;amministratore delegato di <strong><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/tag/stellantis/" target="_blank" rel="noopener">Stellantis</a></strong>, Antonio Filosa. Il tempo dell&#8217;apertura di credito è finito e ora tutte le sigle bussano alla porta del numero uno del gruppo automobilistico.</p> <p>La lettera inviata a <strong>Filosa</strong> e al capo delle Risorse Umane <strong>Giuseppe Manca</strong> è firmata dai segretari generali di <strong>Fim-Cisl</strong>, <strong>Fiom</strong>, <strong>Uilm</strong>, <strong>Fismic-Confsal</strong>, <strong>UglM</strong> e <strong>AqcfR</strong>: &#8220;Le scriventi organizzazioni sindacali sono con la presente a chiedere con urgenza un incontro al fine di confrontarsi sulla critica situazione degli stabilimenti italiani, sulla <strong>mancata applicazione</strong> del piano industriale, degli <strong>investimenti</strong> per l’Italia anche in ricerca e sviluppo, per il lancio di <strong>nuovi modelli</strong> e <strong>motorizzazioni</strong>, utili a garantire gli occupati &#8211; si legge nella missiva &#8211; Inoltre è necessario un confronto sull’aggiornamento del piano industriale al fine di salvaguardare e rilanciare <strong>produzioni</strong> e <strong>occupazione</strong> in tutti i siti&#8221;.</p> <p>I primi mesi di Filosa, del resto, non hanno portato alcuna rottura rispetto alla gestione di <strong>Carlos Tavares</strong>. Mentre il <strong>governo</strong> continua a far finta di nulla e, anzi, ora il ministro delle Imprese <strong>Adolfo Urso</strong> <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/08/stellantis-pressioni-governo-auto-green-notizie/8119561/" target="_blank" rel="noopener">va a braccetto con l&#8217;azienda nella lotta contro le <strong>regole</strong> sulle <strong>emissioni di Co2</strong> imposte dall&#8217;<strong>Unione Europea</strong></a>. Nessun intervento, invece, sulla situazione degli stabilimenti italiani. Dopo aver chiuso i primi sei mesi con una <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/07/stellantis-produzione-auto-italia-dati-primo-semestre-2025/8053348/" target="_blank" rel="noopener"><strong>produzione</strong> in<strong> calo di oltre 30%</strong> rispetto al già disastroso <strong>2024</strong></a> e aver dovuto assistere a un <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/10/stellantis-esuberi-cassino-fiom-governo-automotive-ultime-notizie/8022145/" target="_blank" rel="noopener">nuovo pacchetto di <strong>uscite incentivate</strong></a>, i metalmeccanici sono tornati dalle ferie con una <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/28/stellantis-crisi-mirafiori-solidarieta-notizie/8107457/" target="_blank" rel="noopener">nuova infornata di <strong>cassa integrazione</strong></a>. La situazione è identica in ogni stabilimento da <strong>Mirafiori</strong> a <strong>Melfi</strong>: a conti fatti, oltre il 50% dei dipendenti deve convivere con gli <strong>ammortizzatori sociali</strong> e la situazione è destinata a rimanere identica almeno per buona parte del <strong>2026</strong>.</p> <p>&#8220;La situazione nel nostro Paese è in <strong>continuo peggioramento</strong>. È necessario confrontarsi su un piano industriale che dia concrete soluzioni produttive e occupazionali a tutti gli stabilimenti. Ridurre i tempi di attesa per l’inizio delle produzioni dei <strong>modelli annunciati</strong>, prevedere ulteriori nuovi modelli soprattutto <em><strong>mass market</strong></em> e avere certezze di investimenti anche in ricerca e sviluppo, fare ripartire il progetto per la <strong>produzione di batterie</strong> &#8211; sottolineano il leader della Fiom <strong>Michele De Palma</strong> e il segretario nazionale <strong>Samuele Lodi</strong> &#8211; L’obiettivo del Mimit di un accordo per <strong>1 milione di vetture</strong> non solo non è stato raggiunto ma si è drammaticamente <strong>allontanato</strong>. Palazzo Chigi convochi le parti e metta in campo <strong>politiche industriali</strong> e occupazionali utili”.</p> <p>Un confronto prima che sia varato il nuovo piano industriale è ritenuto indispensabile anche dalla Uilm: “Vogliamo esporre il punto di vista dei lavoratori italiani oggi fortemente colpiti dalla cassa integrazione e soprattutto per immaginare la strada di un possibile rilancio”, dicono il segretario generale della Uilm, <strong>Rocco Palombella</strong>, e il segretario nazionale del settore auto, <strong>Gianluca Ficco</strong>. “Dobbiamo <strong>combattere</strong> <strong>insieme</strong> &#8211; aggiungono &#8211; per modificare le <strong>ottuse regole</strong> europee ma dobbiamo al contempo portare in Italia modelli e motorizzazioni che garantiscano la piena occupazione”.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/stellantis-lettera-sindacati-filosa-richiesta-incontro-urgente-news/8121163/">Stellantis, i sindacati scrivono all&#8217;ad Filosa: &#8220;Serve un incontro urgente. Situazione critica nelle fabbriche&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  13. Global Flotilla, gli attivisti in partenza dalla Sicilia: “L’attacco di stanotte non ci ferma, ma tenete alta l’attenzione su di noi”

    Tue, 09 Sep 2025 17:10:08 -0000

    “L’attacco di questa mattina non ci ha sconvolto più di tanto. Sappiamo quali sono i rischi a cui andiamo incontro, ma andiamo avanti.” Fermi tra Augusta, Catania e Siracusa, ma pronti a salpare entro la fine della settimana per unirsi al resto della Global Sumud Flotilla, partita da Barcellona nei giorni scorsi, il cooperante genovese […]

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  14. Stati Uniti, Trump ha scatenato l’occupazione militare a Chicago con la scusa delle ronde contro i migranti illegali

    Tue, 09 Sep 2025 17:07:38 -0000

    È “Chipocalypse Now”. L’occupazione militare di una delle maggiori città americane ha avuto inizio. Dalle prime ore di martedì, gli agenti dell’Immigration and Custom Enforcement (ICE) hanno fatto scattare le loro operazioni a Chicago. “Nessuna città è un rifugio sicuro per gli immigrati clandestini criminali. Se entri nel nostro Paese illegalmente e infrangi le nostre […]

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    <p>È “<strong>Chipocalypse Now</strong>”. L’occupazione militare di una delle maggiori città americane ha avuto inizio. Dalle prime ore di martedì, gli agenti dell’<strong>Immigration and Custom Enforcement</strong> (ICE) hanno fatto scattare le loro operazioni a <strong>Chicago</strong>. “Nessuna città è un rifugio sicuro per gli <strong>immigrati clandestini criminali</strong>. Se entri nel nostro Paese illegalmente e infrangi le nostre leggi, ti daremo la caccia, ti arresteremo, ti deporteremo e non tornerai mai più”, spiega il <strong>Department of Homeland Security</strong>. Centinaia di agenti dell’ICE sono arrivati in città, ospitati in una base militare nei sobborghi nord. Non è chiaro se anche la <strong>Guardia Nazionale</strong> parteciperà alla missione, che rappresenta un nuovo, drammatico episodio nell’escalation militare che <strong>Donald Trump</strong> sta scatenando contro le città e gli Stati democratici.</p> <p>Secondo alcuni gruppi per i diritti, gli agenti dell’ICE hanno già effettuato almeno tre arresti nelle ultime ore lungo <strong>Archer Avenue</strong>, nel <strong>Southwest</strong> di Chicago. Altri arresti ci sarebbero stati durante il week end, descritti dai gruppi come “rapimenti… effettuati in modo apparentemente casuale, con agenti che li prendono di mira e li avvicinano per strada”. Il <strong>Department of Homeland Security</strong> afferma che solo i migranti illegali verranno detenuti, ma passate azioni di questo tipo hanno portato all’arresto di centinaia di persone, soprattutto ispanici, risultati poi in regola con visto e permessi di lavoro. L’operazione ha un nome, “<strong>Operation Midway Blitz</strong>”, e un volto cui ispirarsi, quello di <strong>Katie Abraham</strong>, la ventenne uccisa lo scorso gennaio in un incidente stradale causato da un illegale che guidava ubriaco. L’operazione è stata preparata da una frenetica attività social di Trump, che ha più volte dipinto Chicago come una città ostaggio di una<strong> criminalità violenta</strong> e incontrollata, arrivando appunto a pubblicare sabato scorso un fotomontaggio che lo vede nei panni di <strong>Robert Duvall</strong> in Apocalypse Now, accompagnato dalla frase: “Amo, la mattina, l’odore delle deportazioni”.</p> <p>L’immagine ha fatto clamore e alimentato i timori che Trump stesse preparando un’invasione militare su larga scala nella città dell’Illinois. Nelle ore successive, il presidente è sembrato ammorbidire la sua posizione, affermando che ce l’ha con i criminali e non con Chicago, ma facendo comunque pressioni perché le autorità locali accettino &#8220;l’aiuto” di Washington. “Il <strong>governatore Pritzker</strong> ha appena dichiarato di non volere l&#8217;AIUTO del governo federale! PERCHÉ??? Cosa c&#8217;è che non va in questo tizio e nel sindaco con il 5% dei voti? Voglio aiutare la gente di Chicago, non farle del male” ha scritto Trump lunedì mattina su Truth Social, aggiungendo più tardi: “La gente dell&#8217;Illinois dovrebbe unirsi e <strong>CHIEDERE PROTEZIONE</strong>. LA SITUAZIONE NON PUÒ CHE PEGGIORARE!!! AGITE ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!!!” Quando, parlando dal Museum of the Bible di Washington, il presidente ha affermato “<strong>Risolveremo il problema Chicago</strong>”, l’intervento degli agenti federali, la loro occupazione del suolo della città, sono parsi inevitabili.</p> <p>Le dichiarazioni di Trump non trovano conferma nei dati che lo stesso Department of Homeland Security e diverse organizzazioni forniscono sulla diffusione della criminalità negli Stati Uniti. Le quattro città con i tassi più alti di omicidi sono <strong>Jackson</strong> (Mississippi), <strong>Birmingham</strong> (Alabama), <strong>St. Louis</strong> (Missouri), <strong>Memphis</strong> (Tennessee). Si tratta di centri urbani in Stati governati dai repubblicani. Quando parla di Chicago come della “<strong>città più pericolosa al mondo</strong>”, e cita il numero di omicidi, Trump non considera dunque le dimensioni della città, il suo numero di abitanti, che fa sì che, in percentuale, la metropoli dell’Illinois conosca un’incidenza minore di omicidi rispetto alle quattro città del Sud conservatore. Del resto, anche se afferma che il suo “è un dovere morale, non è politica”, il presidente ha sinora preso di mira città governate dai democratici: <strong>Los Angeles</strong>, Washington D.C., ora <strong>Chicago</strong>, in futuro, come ha spiegato, “<strong>Baltimora</strong> e <strong>New York</strong>” .</p> <p>L’attacco è chiaramente collegato alla questione delle <em>sanctuary cities</em>, delle città, e degli Stati, che hanno deciso di non cooperare con le autorità federali in tema di immigrazione, offrendo una serie di importanti tutele agli stranieri che da anni lavorano, studiano, vivono negli Stati Uniti. In particolare, queste norme sono state fissate in Illinois da un repubblicano, <strong>Bruce Rauner</strong>, che ha retto lo Stato prima dell’attuale governatore, il democratico <strong>JB Pritzker</strong>. Secondo la dottrina Rauner, riconfermata da Pritzker, la polizia dello Stato non deve cooperare con gli agenti dell’immigrazione in mancanza di un mandato da parte di un tribunale. Al momento, quasi tutte le <strong>operazioni anti-migranti</strong> vengono svolte sulla base di ordini amministrativi emessi dall’ICE stesso. È comunque evidente che la presenza così massiccia di agenti federali sia un segnale che va ben oltre la semplice gestione della <strong>questione immigrazione</strong>, e rappresenti una minacciosa forma di controllo che il governo centrale estende su Stati e città. Il passo ulteriore dell’escalation potrebbe essere il dispiegamento della <strong>Guardia Nazionale</strong>, come è avvenuto in questi giorni a <strong>Washington D.C</strong>. Nella capitale, truppe provenienti da Stati governati dai repubblicani sono arrivati per rafforzare la locale Guardia Nazionale. L’assicurazione data in un primo tempo dal Pentagono, e cioè che le truppe non avrebbero portato armi nei loro pattugliamenti, è stata presto disattesa. I soldati della Guardia Nazionale sono stati pesantemente armati. È ipotizzabile cosa potrebbe succedere, se la militarizzazione delle strade dovesse allargarsi a Chicago e a New York, dove a novembre si vota per la carica di sindaco e dove il democratico progressista <strong>Zohran Mamdani</strong> appare destinato a facile vittoria. Forme di guerriglia urbana, sull’esempio di quanto avvenuto a Los Angeles, potrebbero trasformarsi in una temibile, e tragica, possibilità.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/trump-ice-chicago-migranti-news/8121140/">Stati Uniti, Trump ha scatenato l&#8217;occupazione militare a Chicago con la scusa delle ronde contro i migranti illegali</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  15. Bonifici istantanei, tutti i rischi per gli utenti e le novità in arrivo dal 9 ottobre

    Tue, 09 Sep 2025 16:58:28 -0000

    Grazie alla possibilità di trasferire il denaro in tempo reale, i bonifici istantanei sono diventati un utile strumento di pagamento, che si può andare ad affiancare alle carte di credito e ad altri mezzi come i portafogli digitali. Il denaro può essere trasferito in qualsiasi momento – ventiquattro ore al giorno, festivi compresi – ed […]

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    <p>Grazie alla possibilità di trasferire il denaro in tempo reale, i <strong>bonifici istantanei</strong> sono diventati un utile strumento di pagamento, che si può andare ad affiancare alle<strong> carte di credito</strong> e ad altri mezzi come i portafogli digitali. Il denaro può essere trasferito in qualsiasi momento &#8211; ventiquattro ore al giorno, festivi compresi &#8211; ed è disponibile immediatamente sul conto corrente del beneficiario.</p> <p>Questa rapidità, però, nasconde alcune insidie: la più importante è l’esposizione degli utenti alle <strong>frodi online.</strong> Una volta che l’operazione è stata eseguita non è più possibile recuperare il denaro che è stato trasferito. Più volte questo rischio è stato portato alla luce dagli esperti di settore &#8211; tra i quali ci sono anche i cyber security e i procuratori &#8211; ma anche da un recente report della <strong>Banca d’Italia</strong>, che ha messo in evidenza come la <strong>frode</strong> battezzata &#8220;da <strong>manipolazione</strong> del pagatore&#8221; sia diffusa tra gli utenti che effettuano dei bonifici. Proprio per questo il 9 ottobre entreranno in vigore<strong> nuove regole europee</strong> che puntano a renderli più sicuri.</p> <h2>Bonifici istantanei, i maggiori rischi per gli utenti</h2> <p>Semplici e veloci. Questi sono i maggiori vantaggi dei bonifici istantanei. Grazie a pochi clic è possibile effettuare pagamenti &#8211; anche di una somma importante &#8211; trasferendo il denaro in tempo reale. A differenza di quanto accade con i bonifici ordinari, per i quali la banca ed i vari sistemi antifrode hanno diverse ore se non giorni per <strong>bloccare</strong> dei pagamenti sospetti, per quelli istantanei l’operazione è immediatamente <strong>irreversibile</strong>: il denaro, in pochi secondi, diventa disponibile sul conto corrente del destinatario. A questo punto è impossibile qualsiasi intervento successivo per annullare il trasferimento e tentare di recuperare i soldi.</p> <p>Quando si effettuano bonifici istantanei gli utenti devono mettere in conto principalmente due rischi. Il primo è costituito dalla possibilità di cadere in una truffa o commettere un errore irrimediabile. Nel momento in cui i fondi vengono trasferiti, l’unica possibilità di riavere i soldi è la collaborazione del destinatario, cosa che difficilmente accade se si tratta di un truffatore. Il secondo è che non esiste quello che si può definire il <strong>controllo preventivo</strong>: la rapidità con la quale viene conclusa l’operazione rende impossibile ogni tipo di riflessione e ripensamento. Ma soprattutto mancano i margini di tempo per verificare se l&#8217;operazione eseguita sia effettivamente corretta</p> <h2>Dove si annidano le principali truffe</h2> <p><strong>Phishing</strong>, <strong>spoofing</strong> e social engineering sono i principali strumenti che i criminali utilizzano per portare a termine le loro truffe. Con lo spoofing e il phishing i truffatori si fingono banche, aziende o persone fidate e inducono il malcapitato di turno a fornire dei dati sensibili o ad effettuare dei bonifici su un conto corrente gestito direttamente da loro.</p> <p>Gioca, invece, sulla leva psicologica dell’urgenza il social engineering: incutendo <strong>terrore</strong> nella vittima lo convince a completare l’operazione senza pensarci troppo.</p> <p>Un sistema che si sta allargando ultimamente è la cosiddetta truffa del<strong> falso incidente</strong>: facendosi passare per un familiare o un avvocato, il truffatore afferma che una persona cara è rimasta coinvolta in un incidente ed è necessario trasferire immediatamente del denaro per evitare pesanti conseguenze legali. La vittima è spinta a muoversi immediatamente. Una volta che il bonifico istantaneo è effettuato, i soldi vengono persi completamente.</p> <h2>I soldi non si possono recuperare</h2> <p>La normativa <strong>Sepa</strong> non prevede la possibilità di revocare il bonifico una volta che il denaro è stato accreditato sul conto del beneficiario. L’unica strada per poter recuperare i soldi sottratti con l’inganno è sporgere <strong>denuncia</strong> ed essere in possesso di prove inconfutabili della <strong>truffa</strong>: purtroppo anche in questo caso l’intervento delle autorità &#8211; che possono portare al congelamento del conto &#8211; avvengono solo a distanza di tempo, quando ormai il denaro è già stato trasferito altrove. Per questo far diventare i bonifici istantanei il sistema principale di pagamento rischia di esporre ancora di più i cittadini al rischio di rimanere intrappolati in qualche inganno.</p> <p>Per evitare di cadere vittima di una truffa è necessario, prima di tutto, che l’utente sia consapevole dell’operazione che sta effettuando. È necessario, prima di tutto, accertarsi dell’identità del destinatario prima di effettuare qualsiasi operazione. Deve essere controllato attentamente l’<strong>Iban</strong>: è sufficiente anche un solo carattere errato per inviare il denaro ad un’altra persona. Non farsi poi ingannare da chi vuole far effettuare delle operazioni con urgenza: la fretta non è mai una buona compagna di viaggio.</p> <h2>Le nuove regole sui bonifici istantanei</h2> <p>A partire dal prossimo 9 ottobre 2025 entrano in vigore nuove regole europee sui bonifici istantanei proprio con l’obiettivo di renderli più sicuri. Una delle novità che verranno introdotte riguarda l’obbligo &#8211; in capo alle <strong>banche</strong> e agli altri enti attraverso i quali è possibile effettuare queste operazioni &#8211; di<strong> controllare le credenziali</strong> e l&#8217;Iban del soggetto che deve incassare il pagamento.</p> <p>Tecnicamente stiamo parlando della “<strong>Verification of Payee</strong> &#8211; VoP”, ossia della verifica del beneficiario, il cui scopo è quello di ridurre al massimo il rischio di errori da parte degli utenti e tentare di evitare le frodi. Ogni volta che verrà disposto un bonifico istantaneo, la banca dovrà comunicare al proprio cliente se i dati inseriti coincidono con quelli del beneficiario: sarà tenuta a segnalare anche se c’è una parziale coincidenza o se non è stato possibile effettuare il controllo. E dovrà inoltre comunicare se il conto è stato chiuso o bloccato per motivi tecnici.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/bonifici-istantanei-rischi-truffe-nuove-regole-notizie/8121016/">Bonifici istantanei, tutti i rischi per gli utenti e le novità in arrivo dal 9 ottobre</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  16. Musica e natura per ricordare Ezio Bosso: torna a Gualtieri il Buxus Consort Festival

    Tue, 09 Sep 2025 16:55:19 -0000

    Dal 11 al 14 settembre torna a Gualtieri il Buxus Consort Festival, rassegna nata per celebrare il maestro Ezio Bosso e giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Quattro giorni di concerti, prime nazionali e appuntamenti diffusi tra spazi storici e ambienti naturalistici del territorio, in coincidenza con l’anniversario della nascita del compositore torinese. Il percorso […]

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    <p>Dal 11 al 14 settembre <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/09/dedicato-a-ezio-bosso-musicisti-e-colleghi-celebrano-il-maestro-nella-tre-giorni-del-buxus-consort-festival/7686834/">torna a Gualtieri il <strong>Buxus Consort Festival</strong></a>, rassegna nata per celebrare il maestro <strong>Ezio Bosso</strong> e giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Quattro giorni di concerti, prime nazionali e appuntamenti diffusi tra spazi storici e ambienti naturalistici del territorio, in coincidenza con l’anniversario della nascita del compositore torinese.</p> <p>Il percorso verso il festival è stato accompagnato da tre anteprime, l’ultima delle quali il 4 settembre al Teatro Verdi di Busseto, e da una serie di concerti in navigazione lungo il Po. Il <strong>Grande Fiume</strong> resta filo conduttore simbolico della manifestazione, punto di unione tra Torino e la Bassa reggiana. Il Buxus Consort Festival è nato intorno al <strong>Teatro Sociale di Gualtieri</strong>, che Bosso considerava una delle sue “case musicali”. In cinque edizioni è diventato un punto di riferimento per la musica contemporanea e un’occasione per mantenere viva l’eredità artistica e umana del maestro.</p> <p>Tra gli ospiti delll&#8217;ultima edizione figurano Anna Tifu, Romeo Scaccia, il Quintetto di fiati dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia insieme a musicisti della Tonhalle Orchester di Zurigo, il Quartetto d’archi di Torino, l’Ensemble Sentieri selvaggi guidato da Carlo Boccadoro, il sassofonista Mario Marzi e la <strong>Buxus Consort Strings</strong>, orchestra nata dal festival e composta da musicisti che hanno collaborato con Bosso. Il festival coinvolgerà cinque sedi: il Teatro Sociale, Piazza Bentivoglio, il Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, il Bosco del Caldarén e l’area golenale del Po al Porto Vecchio.</p> <p>L’apertura, giovedì 11 settembre, è affidata al <strong>Quartetto d’archi di Torino</strong>, che nel Salone dei Giganti eseguirà la colonna sonora scritta da Philip Glass per il film Dracula di Tod Browning. Venerdì 12 settembre, al Teatro Sociale, il Quintetto di fiati dell’Accademia di Santa Cecilia, affiancato da Calogero Palermo (Tonhalle Orchester), proporrà <strong>An Impossible Love</strong>, programma che intreccia celebri storie di amori impossibili da Rossini a Morricone.</p> <p>Sabato 13 settembre si apre con il concerto della<strong> Buxus Consort Strings</strong> nell’area golenale del Po, con Mario Marzi solista al sassofono e un repertorio che include tre trascrizioni dal progetto di Bosso su Emily Dickinson. Alle 18.30 il Bosco del Caldarén ospita la prima nazionale di The Diaries of Adam and Eve di Michael Daugherty, con Piercarlo Sacco, Alberto Lo Gatto e Francesca Astrei.</p> <p>In serata, al Teatro Sociale, spazio a uno dei lavori più noti del Maestro: <strong>Music for Weather Elements</strong>, ciclo composto nei primi anni Duemila e costruito come dialogo tra musica e natura. I tre brani – Sunrise on a Clear Day, Thunders and Lightings e Rain, In Your Black Eyes – <strong>mettono in risalto la capacità degli strumenti di evocare atmosfere meteorologiche e paesaggi emotivi</strong>, con una scrittura che unisce raffinatezza timbrica ed energia ritmica. A interpretarli saranno Anna Tifu al violino, Relja Lukic al violoncello e Romeo Scaccia al pianoforte, in un concerto che accosterà anche pagine di Ravel.</p> <p>In serata, al Teatro Sociale, Anna Tifu, Relja Lukic e Romeo Scaccia proporranno tre brani dal ciclo<strong> Music for Weather Elements</strong> di Bosso, affiancati a pagine di Ravel. Domenica 14 settembre alle 17.00 l’ensemble Sentieri selvaggi ricorderà <strong>Luciano Berio</strong> nel centenario della nascita con l’esecuzione integrale delle <strong>Folk Songs</strong>, affiancate a lavori di Boccadoro, Del Corno, Montalbetti e Bosso. Chiusura in Piazza Bentivoglio alle 21.00 con <strong>Another Humanity</strong>, che vedrà la Buxus Consort Strings e Anna Tifu impegnati in prime esecuzioni assolute di Romeo Scaccia e nella suite da Music for an Invisible Boy di Bosso.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/buxus-consort-festival-ezio-bosso-gualtieri-concerti-news/8121135/">Musica e natura per ricordare Ezio Bosso: torna a Gualtieri il Buxus Consort Festival</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  17. Cosa resta all’Italbasket dell’era Pozzecco? Più cuore che testa, alla fine i suoi limiti hanno superato l’impatto emotivo

    Tue, 09 Sep 2025 16:54:09 -0000

    Una montagna russa di emozioni, per un giro finale che paga il conto di una gestione (tattica) fragile e incompiuta. Una squadra coesa e resiliente, ma con l’impressione di non aver espresso tutto il proprio potenziale. L’era di Gianmarco Pozzecco sulla panchina dell’Italia si è conclusa con l’eliminazione agli ottavi di finale di un Europeo […]

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    <p>Una montagna russa di emozioni, per un giro finale che paga il conto di una gestione (tattica) fragile e incompiuta. Una squadra coesa e resiliente, ma con l’impressione di non aver espresso tutto il proprio potenziale. L’era di <strong>Gianmarco Pozzecco</strong> sulla panchina dell’<strong>Italia</strong> si è conclusa con l’eliminazione agli <strong>ottavi di finale</strong> di un <strong>Europeo</strong> che lascia tante perplessità. E la domanda sorge spontanea: cosa non è andato? “Non me ne frega un c***o di quale tipo di allenatore sono, non mi concentro sulla mia carriera, non mi importa cosa pensiate di me. Sono concentrato solo su di loro, e oggi sono molto triste perché li vedo soffrire, non perché ho perso. Come gli ho detto negli spogliatoi, nessuno li amerà quanto me. Magari troveranno un allenatore con lo stesso mio amore, ma non di più di me&#8221;. Perfetto riassunto di un <strong>quadro vivace</strong>, ma <strong>disordinato</strong>. Pozzecco lascia a modo suo, ma con tanti <strong>punti interrogativi</strong>. Trasportato da<strong> limiti evidenti</strong> che con il tempo si sono rivelati più forti del suo<strong> impatto emotivo</strong>.</p> <h2><strong>Coesione e senso di appartenenza: la bella Italia del Poz</strong></h2> <p>Una cosa è certa: Pozzecco è stata la <strong>scossa emotiva</strong> di un movimento – quello cestistico – che prima del suo arrivo stava perdendo appeal. Con la sua presenza è riuscito a ridare <strong>dignità</strong> e <strong>passione</strong> creando un forte <strong>senso di appartenenza</strong> e un legame con i giocatori che difficilmente si vede in altri sport. Traghettatore emotivo e protagonista dai mille volti: con lui in panchina, gli Azzurri non si sono mai annoiati. E ogni suo gesto, o dichiarazione, è sempre stato motivo di <strong>dibattito</strong>. Così come sono state onorevoli (e per nulla scontate se pensiamo al mondo del calcio) le sue <strong>dimissioni</strong> nel post-partita. Decisioni forti di un allenatore che non si è mai voluto nascondere e non ha mai mentito. Ma il conto da pagare è un altro.</p> <h2><strong>Tattica sterile e gestione contorta: i limiti dell&#8217;era Pozzecco</strong></h2> <p>La grinta e la scossa emotiva non hanno coperto fino in fondo le discutibili scelte del “Poz”. In campo e in panchina. E questa è stata una costante che ha condizionato l’ultimo Europeo azzurro: mascherati dalle vittorie conquistate per <strong>merito</strong> (soprattutto) dei singoli, i <strong>limiti gestionali</strong> dell’ormai ex ct si sono presentati uno dopo l’altro contro la <strong>Slovenia</strong>. Il non gioco alla lunga è stato un fattore: poche idee e confuse – con l’obiettivo primario di trovare per forza il tiro da fuori – non hanno aiutato una Nazionale con interpreti dalle caratteristiche ben precise. Che, se innescate, nel modo giusto avrebbero potuto davvero fare la differenza. Rimontare ogni partita (dopo un inizio sempre lento) raccontano di una squadra che ha dimostrato di avere grande <strong>carattere</strong>, ma bloccata sempre dagli <strong>stessi errori</strong> tecnici e tattici. E a volte, il <strong>caos</strong> in campo è stata la conseguenza di un <strong>disordine</strong> spiegato maldestramente anche a parole (ricordate il famoso tim eout chiamato durante la <strong>Spagna</strong> diventato ormai un meme? “Adesso giochiamo…giochiamo…giochiamo”) e nella gestione. Perché <strong>Procida</strong> ha trascorso più minuti in panchina che in campo? Perché l’unico attaccante puro, come <strong>Danilo Gallinari</strong>, è stato buttato nella mischia senza che gli venisse attribuito un ruolo tecnico ben preciso? Domande e considerazioni che distinguono il buon allenatore da un grande allenatore, in un ruolo in cui i <strong>dettagli</strong> fanno la differenza. Poche alternative offensive e<strong> azzardi difensivi</strong> (se pensiamo all’ultima e decisiva eliminazione) sono il perfetto manifesto di un’era che si è conclusa con l’amaro in bocca. Poi c’è un carattere tanto contagioso quanto dannoso che ha rischiato di compromettere troppe partite. Pozzecco, anche da giocatore, è sempre stato così: o lo ami, o lo odi. I <strong>falli tecnici</strong> e le <strong>espulsioni</strong> collezionate negli anni sono segno di un’esuberanza che per una Nazionale fanno più male che bene. Per un atteggiamento che, alla lunga, rischia di stufare. E per una visceralità che più volte lo ha tradito davanti a un incarico che forse è stato troppo più grande di lui. Dando quasi l’impressione di non reggere la <strong>pressione</strong>.</p> <h2><strong>L’Europeo peggiore degli ultimi 60 anni</strong></h2> <p>Non si tratta solo “di giocare male”. Anche i risultati non sono stati all’altezza. E rispetto ai suoi predecessori, Pozzecco è riuscito anche a far peggio: l’undicesimo posto nella fase finale di <strong>EuroBasket</strong> è stato il <strong>peggiore piazzamento</strong> degli ultimi 60 anni (insieme a quello del <strong>2011</strong>). Incapacità o sfortuna? Forse, entrambi. Ma una cosa è certa: quando c’è da compiere il definitivo <strong>salto di qualità</strong>, manca sempre qualcosa. Che sia un rimbalzo preso in meno, una difesa fatta male o una scelta offensiva frettolosa. La Nazionale di Pozzecco è stata un costante <strong>“vorrei ma non posso”</strong>. O meglio “vorrei ma non riesco”. Un pensare più con il <strong>cuore</strong> che con la <strong>testa</strong> che di fatto ha sempre pagato (in negativo).</p> <h2><strong>Da dove ripartire</strong></h2> <p>L’Italia è ora costretta a ripartire. Con idee, motivazioni e un ct nuovo e adeguato. Sotto tutti i punti di vista. Con un roster pronto al <strong>ricambio generazionale</strong> e ricco di giovani (Niang, Procida e Diouf su tutti), ripartire con una rinnovata e credibile figura sarà il punto di partenza. Parola d’ordine “osare” guardando oltre, o meglio sperimentare il talento in casa per dargli la giusta (e meritata) occasione. Perché i risultati estivi delle giovanili (oro Under 20 e bronzo Under 18) non sono stati un caso. Tre anni di vittorie esaltanti e sconfitte imprevedibili (alcune evitabili). Un gruppo vero e talentuoso limitato (anche) dal suo stesso ct. La scossa emotiva si è lentamente trasformata in una <strong>resa nobile</strong> e un <strong>addio necessario</strong>. Pozzecco lascia la panchina della Nazionale e l’Italia perde un <strong>personaggio sincero</strong> e irripetibile, forse non perfetto per questo ruolo. E a mente fredda, per il bene di tutti, è stato giusto così. Ora non si aspetta altro che l’ennesima <strong>rivoluzione</strong>.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/pozzecco-dimissioni-nazionale-basket-oggi/8121136/">Cosa resta all&#8217;Italbasket dell&#8217;era Pozzecco? Più cuore che testa, alla fine i suoi limiti hanno superato l&#8217;impatto emotivo</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  18. È morto Stuart Craig, premio Oscar e scenografo de Il paziente inglese e Harry Potter: “Hogwarts era la sua creazione, senza di lui non sarebbe stato possibile”

    Tue, 09 Sep 2025 16:53:48 -0000

    Stuart Craig, scenografo vincitore di numerosi premi Oscar per Il paziente inglese, The Elephant Man e i film di Harry Potter, è morto all’età di 83 anni. La sua famiglia ha dichiarato al Guardian che si è spento serenamente a casa domenica, dopo 14 anni di malattia di Parkinson. “Il nostro amato marito e padre, […]

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    <p><strong>Stuart Craig</strong>, scenografo vincitore di numerosi premi Oscar per <em>Il paziente inglese, The Elephant Man</em> e i film di<em> Harry Potter</em>, è<strong> morto</strong> all’età di 83 anni. La sua famiglia ha dichiarato al Guardian che si è spento serenamente a casa domenica,<strong> dopo 14 anni di malattia di Parkinson</strong>. &#8220;Il nostro amato marito e padre, profondamente amato e rispettato, non era noto solo per il suo talento, ma anche per la sua gentilezza e siamo commossi nel sentire quante vite ha toccato. Vivrà nei nostri cuori per sempre&#8221;.</p> <p>Craig ha lavorato a una brillante serie di film britannici e hollywoodiani di alto profilo dall’inizio degli anni &#8217;80 in poi, vincendo l’Oscar per la migliore scenografia per <em>Gandhi, Le relazioni pericolose</em> e<em> Il paziente inglese</em>, e ricevendo altre otto nomination, tra cui quattro per <em>Harry Potter</em>. Il suo record ai Bafta è stato ancora più impressionante: 16 nomination e tre vittorie.</p> <p>Il produttore di Harry Potter, David Heyman, ha dichiarato: &#8220;<strong>Hogwarts era la sua creazione. La sua visione è stata fondamentale per il successo dei film</strong>&#8220;. Craig ha poi proseguito con la trilogia prequel &#8220;Animali fantastici&#8221;, scritta sempre da J.K. Rowling, firmando le scenografie di &#8220;Animali fantastici e dove trovarli&#8221;, &#8220;I crimini di Grindelwald&#8221; e &#8220;I segreti di Silente&#8221;.</p> <p><iframe style="border: none; overflow: hidden;" src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fharrypotter%2Fposts%2Fpfbid036yiMCnrDzzT8qa2FEC93SQGWzpd9GCpVubeMiyjvoZTBFoJDtG1nA83MapmiDEvJl&amp;show_text=true&amp;width=500" width="500" height="629" frameborder="0" scrolling="no" allowfullscreen="allowfullscreen"></iframe></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/e-morto-stuart-craig-premio-oscar-e-scenografo-de-il-paziente-inglese-e-harry-potter-hogwarts-era-la-sua-creazione-senza-di-lui-non-sarebbe-stato-possibile/8121138/">È morto Stuart Craig, premio Oscar e scenografo de Il paziente inglese e Harry Potter: &#8220;Hogwarts era la sua creazione, senza di lui non sarebbe stato possibile&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  19. Le Alpi italiane hanno perso un’area glaciale grande quanto il Lago di Como

    Tue, 09 Sep 2025 16:46:44 -0000

    Sulle Alpi Italiane in sessant’anni si è persa un’area glaciale di oltre 170 chilometri quadrati, pari alla superficie del Lago di Como. A destare preoccupazione, però, non è sola fusione dei ghiacciai, ma anche la degradazione e l’aumento di temperatura del permafrost, ossia quello strato di terreno o roccia che rimane ghiacciato per almeno due […]

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    <p>Sulle <strong>Alpi Italiane</strong> in sessant’anni si è persa un’area glaciale di oltre <strong>170 chilometri quadrati</strong>, pari alla superficie del <strong>Lago di Como</strong>. A destare preoccupazione, però, non è sola <strong>fusione</strong> dei ghiacciai, ma anche la degradazione e l’aumento di temperatura del <strong>permafrost</strong>, ossia quello strato di terreno o roccia che rimane ghiacciato per almeno due cicli stagionali consecutivi con la conseguente <strong>instabilità</strong> dei versanti montuosi. In <strong>Germania</strong>, ad esempio, entro i prossimi cinquant’anni <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/29/permafrost-zugspitze-germania-ghiacciai-notizie/8108827/">se ne prevede la scomparsa completa</a>, con conseguenze allarmanti per la stabilità dei versanti montuosi. Questo, in sintesi, il bilancio finale della campagna <strong>Carovana dei ghiacciai 2025</strong> di <strong>Legambiente</strong> e dell’analisi dei dati forniti dalla <strong>Fondazione Glaciologica Italiana</strong> che, insieme all’associazione ambientalista e a <strong>Cipra Italia</strong> quest’estate, dal 17 agosto al 2 settembre lungo l’arco alpino, ha osservato lo stato di salute di alcuni ghiacciai alpini. sempre più minacciati da temperature elevate, dallo zero termico in quota sempre più frequente, e dagli effetti degli eventi meteo estremi.</p> <p><span style="color: #8c0404;"><strong>Otto i ghiacciai (cinque in Italia) osservati speciali</strong> </span>&#8211; “Anche quest’anno con Carovana dei ghiacciai 2025 – dichiara <strong>Giorgio Zampetti</strong>, direttore generale di Legambiente – abbiamo portato in primo piano il tema degli evidenti effetti della crisi climatica in alta quota”. Legambiente ha raggiunto il ghiacciaio dell’<strong>Adamello</strong>, il più grande delle Alpi italiane e poi il ghiacciaio del <strong>Ventina</strong>, entrambi in Lombardia, il <strong>ghiacciaio di Solda</strong> in Alto Adige, quelli della <strong>Bessanese</strong> e della <strong>Ciamarella</strong>, in Piemonte, sulle Alpi Graie, ma ha visitato anche tre ghiacciai all’estero. L’<strong>Aletsch</strong>, il Re delle Alpi, e i ghiacciai della <strong>Zugspitze</strong>, in Germania con lo Schneeferner (la parte settentrionale entro il 2030 si ridurrà a poche placche) e il <strong>Höllentalferner</strong>. “Tutti accumunati dallo stesso destino, arretramento frontale e riduzione di area e spessore. Intorno a loro una montagna che cambia profilo e colore &#8211; racconta <strong>Legambiente</strong> &#8211; e un paesaggio alpino in trasformazione continua con ecosistemi che avanzano colmando i vuoi lasciati dai ghiacciai in fusione”. Unica eccezione è il ghiacciaio tedesco Höllentalferner che, come il <strong>Montasio</strong> in Friuli, resiste ancora con sorprendente tenacia. Riguardo al permafrost, tema trattato nella tappa in <strong>Germania</strong>, Carovana dei ghiacciai ricorda che nelle regioni montane europee le temperature del permafrost stanno aumentando in modo costante, in alcuni casi di oltre 1 °C nell’ultimo decennio. Un recente studio pubblicato su Nature lo scorso dicembre, dal titolo Aumento del riscaldamento del permafrost montano europeo all&#8217;inizio del XXI secolo, evidenzia trasformazioni più rapide e di maggiore portata rispetto al passato.</p> <p><span style="color: #8c0404;"><strong>Un viaggio tra ghiacciai anneriti e nn più misurabili</strong></span> &#8211; “Con Carovana dei ghiacciai 2025 &#8211; commenta <strong>Vanda Bonardo</strong>, responsabile nazionali Alpi di <strong>Legambiente</strong> e presidente di <strong>Cipra Italia</strong> &#8211; quest’anno abbiamo fatto tappa in diversi luoghi dell’arco alpino tra cui anche <strong>Blatten</strong>, in Svizzera, dove tre mesi fa il collasso del <strong>ghiacciaio Birch</strong> <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/29/collassa-un-ghiacciaio-in-svizzera-sepolto-il-villaggio-di-blatten-disperso-un-uomo-di-64-anni/8007025/">ha spazzato via il villaggio a valle</a>, mentre in Italia abbiamo osservato diversi ghiacciai alcuni dei quali non più misurabili come quello del <strong>Ventina</strong> o anneriti come quello di <strong>Solda</strong> a causa delle continue frane e crolli”. I ghiacciai, infatti, oltre ad arretrare, diventano sempre più neri, coperti da colate detritiche e caratterizzati ai lati anche dalla formazione di morene come sta accadendo ad esempio sul ghiacciaio di Solda del gruppo Ortles-Cevedale. Qui nel 2025 la sua fronte è arretrata di 26 metri rispetto al 2024 e sono ben evidenti colate detritiche e crolli, lembi di ghiacciaio morto, ma anche rock glacier, mentre dall’altro il bosco e nuovi ecosistemi occupano gli spazi dove prima c’era il ghiaccio.</p> <p><strong><span style="color: #8c0404;">Come cambiano i versanti montuosi</span></strong> &#8211; Altro esempio è quello del <strong>ghiacciaio del Bessanese</strong>, in Piemonte. Se nella metà ‘800, al culmine della Piccola Età Glaciale, occupava gran parte del <strong>Crot del Claussinè</strong> estendendosi per circa 1,75 chilometri quadrati, oggi la sua fisionomia è completamente cambiata. Il monitoraggio tecnologico di <strong>Arpa Piemonte</strong> ha precisato che la sua superficie si è ridotta a 0,3 chilometri quadrati e la perdita di volume subita dal ghiacciaio è stata di 3,9 milioni di metri cubi tra il 2010 e il 2023, con un abbassamento medio di circa un metro l’anno. A valle della fronte del ghiacciaio, l’area proglaciale è occupata da una distesa di pietre e detriti, dove sono presenti numerosi laghi glaciali frutto della fusione del corpo glaciale. Montagne e ghiacciai anche sempre più fragili anche a causa degli eventi meteo estremi, come il accade sul <strong>ghiacciaio del Ventina</strong> in Lombardia, seguito dagli operatori del <strong>Servizio Glaciologico Lombardo</strong> e segnato negli ultimi anni da piogge alluvionali che hanno aumentato le colate detritiche. Preoccupano anche i lembi di ghiaccio morto che rendono instabile la morena laterale destra e rischioso l’accesso all’attuale fronte del ghiacciaio.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/ghiacciai-alpi-italiane-legambiente-permafrost-notizie/8120616/">Le Alpi italiane hanno perso un&#8217;area glaciale grande quanto il Lago di Como</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  20. Gli anni 80 in nove dischi di culto

    Tue, 09 Sep 2025 16:46:16 -0000

    Scegliere nove dischi per raccontare gli anni 80 significa accettare un rischio: quello di lasciare fuori capolavori che meriterebbero lo stesso posto. Un decennio esplosivo e contraddittorio, che ha prodotto musica di culto, fenomeni di massa e una quantità impressionante di album destinati a restare nella memoria collettiva. In questa selezione non c’è la pretesa […]

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    <p style="font-weight: 400;">Scegliere nove dischi per raccontare gli anni 80 significa accettare un rischio: quello di lasciare fuori capolavori che meriterebbero lo stesso posto. Un decennio esplosivo e contraddittorio, che ha prodotto musica di culto, fenomeni di massa e una quantità impressionante di album destinati a restare nella memoria collettiva. In questa selezione non c’è la pretesa di stabilire una classifica definitiva, ma l’intenzione di attraversare, attraverso nove titoli emblematici, un percorso tra ombre e luci, tra sperimentazione e icone. Nei consueti nove punti di questo blog, ecco dunque una rassegna di dischi che hanno segnato – e continuano a segnare – il tempo.<br /> <strong>Cominciamo!</strong></p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">1. Bauhaus – In the Flat Field (1980)<br /> </span></strong>Una dichiarazione di intenti radicale. La voce di <strong>Peter Murphy</strong> scava ferite, le chitarre di <strong>Daniel Ash</strong> lanciano fendenti che ancora oggi restano come avvisaglie. Qui prendono forma i contorni di un linguaggio in trasformazione, dove il gotico non è posa ma necessità viscerale, urgenza estetica e insieme fisica. Ogni brano vibra di tensione, ogni suono è una ferita aperta che diventa stile. Un album che non concede tregua, che trasforma l’ossessione in orizzonte. Più che un disco, un atto fondativo.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">2. Killing Joke – Killing Joke (1980)<br /> </span></strong>Un’esplosione, tra tribalismo e minaccia. Il debutto dei Killing Joke è feroce, spinto da un basso martellante e da una batteria che sembra un rituale apocalittico. <strong>Jaz Coleman</strong> non canta: invoca, denuncia, annuncia catastrofi sempre imminenti. Nessuna concessione, soltanto tensione pura. È un album che trasforma la rabbia in disciplina, la paranoia in ritmo. Una lezione di politica e visione che continua a risuonare attuale come allora.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">3. The Cure – Seventeen Seconds (1980)</span><br /> </strong>È in atto la costruzione di un mondo sospeso. Quello dei Cure. Brani minimali, atmosfere dilatate, silenzi che pesano quanto le note. <strong>Robert Smith</strong> scrive un diario di ombre e fragilità, restituendo un disco che non ha paura di essere essenziale. In trentacinque minuti inventa un linguaggio malinconico che influenzerà generazioni. Un lavoro che più che un album sembra una stanza vuota da attraversare.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">4. The Sound – From the Lion’s Mouth (1981)</span><br /> Adrian Borland</strong> e i suoi Sound hanno inciso un album che alterna ferocia e dolcezza, rabbia e intimità. Dentro c’è tutto: inni epici, confessioni brucianti, una tensione emotiva che non si placa. I Sound non hanno mai avuto il riconoscimento che meritavano, eppure ascoltare questo disco significa capire che il post-punk non fu solo stile ma carne viva. È un grido che vibra ancora, lontano dalle luci dei riflettori.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">5. Siouxsie and the Banshees – Juju (1981)</span><br /> Siouxsie Sioux</strong> domina con una voce che è insieme rito e arma, un magnete capace di trasformare ogni parola in evocazione. <strong>John McGeoch</strong> reinventa la chitarra con suoni che ancora oggi sembrano provenire da un altrove, frutto di un’architettura sonora che segna uno spartiacque. Tra oscurità tribale e raffinatezza pop, rituale e melodia; un equilibrio unico e difficilmente imitabile. Ogni brano è un sortilegio, e “Spellbound” resta un classico che continua a stregare, come un incantesimo perfetto.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">6. Dead Can Dance – Spleen and Ideal (1985)<br /> </span>Lisa Gerrard</strong> e <strong>Brendan Perry</strong> cancellano i confini tra generi e costruiscono un linguaggio senza tempo. <i>Spleen and Ideal </i>unisce Medioevo e avanguardia, malinconia e tensione spirituale. Non è rock, non è classico, non è folk: ma che cos’è? Un miracolo, una magia, meglio ancora, un capolavoro assoluto. La voce di Lisa sembra provenire da un’altra dimensione, pura e ipnotica, mentre Brendan erige architetture sonore solenni, stratificate, di una gravità che inchioda. Non è un disco che si lascia ascoltare: pretende immersione totale, trasformando ogni brano in esperienza metafisica.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">7. The Cult – Love (1985)</span><br /> </strong>Un rito mistico orchestrato magicamente: <strong>Ian Astbury</strong> predica con voce febbrile, <strong>Billy Duffy</strong> intreccia riff che diventano mantra elettrici. È un album in cui convivono romanticismo decadente e furia tribale, dove la sensualità incontra la psichedelia e l’oscurità si apre a visioni luminose. <em>Love</em> non è soltanto rock: è un manifesto oscuro e luminoso che eleva i Cult a band capace di incarnare un immaginario potente e riconoscibile, destinato a imprimersi nella memoria collettiva degli anni Ottanta.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">8. The Sisters of Mercy – First and Last and Always (1985)</span><br /> </strong>Un requiem elettrico che si erge come una cattedrale gotica. <strong>Andrew Eldritch</strong> intona con voce cavernosa, <strong>Gary Marx</strong> e <strong>Wayne Hussey</strong> intrecciano chitarre che diventano muri solenni, mentre <strong>Craig Adams</strong> scolpisce linee di basso scure e implacabili. A scandire il tempo c’è il <strong>Doktor Avalanche</strong>, drum machine elevata a liturgia. <em>First and Last and Always</em> è un’opera irripetibile, destinata a restare isolata e proprio per questo mitica: l’inizio e la fine di un’epoca compressi in un unico, monumentale testamento.</p> <p style="font-weight: 400;"><span style="color: #c4161c;"><strong>9. Depeche Mode – Music for the Masses (1987)<br /> </strong></span>Un titolo ironico che nasconde una verità: i Depeche Mode non hanno mai scritto pensando davvero alle masse, eppure con questo album conquistano il mondo. Le atmosfere cupe richiamano il disco precedente, ma qui i suoni si fanno più stratificati, la scrittura più teatrale, la visione più ampia. È un lavoro che segna la maturità definitiva della band, trasformando l’elettronica in epica e portando i Depeche oltre il culto per farne una delle voci simbolo della musica contemporanea.</p> <p style="font-weight: 400;">Come sempre, questo spazio si chiude con una connessione musicale: una playlist dedicata, disponibile gratuitamente sul mio canale Spotify — la trovi qui sotto. Se ti va di dire la tua, puoi farlo nei commenti o passare dalla <a href="https://www.facebook.com/pipitonemarco">mia pagina pubblica su Facebook</a>, collegata a questo blog: lì il confronto continua tra post, scambi e nuove suggestioni. E fidati: da quelle parti, se ne leggono e se ne sentono delle belle.</p> <p style="font-weight: 400;"><strong><span style="color: #c4161c;">9 canzoni 9 … dei miei anni 80</span></strong></p> <p><iframe style="border-radius: 12px;" src="https://open.spotify.com/embed/playlist/6pruxaciQbmrwfqxNeCQWI?utm_source=generator" width="100%" height="352" frameborder="0" allowfullscreen="allowfullscreen" data-testid="embed-iframe"></iframe></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/dischi-cult-anni80-postpunk-gothic-oggi/8111530/">Gli anni 80 in nove dischi di culto</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  21. Incidente sul lavoro a Ostia: operaio muore dopo esser precipitato dal quinto piano di una palazzina dove stava lavorando

    Tue, 09 Sep 2025 16:42:53 -0000

    Incidente mortale sul lavoro nel pomeriggio di oggi, 9 settembre, a Ostia. Un operaio, di nazionalità romena, è morto dopo essere precipitato dal quinto piano di un edificio durante i lavori di ristrutturazione di una palazzina. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Ostia che dovranno ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo quanto riporta Roma Today, […]

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    <p>Incidente mortale sul <strong>lavoro</strong> nel pomeriggio di oggi, 9 settembre, a <strong>Ostia.</strong> Un <strong>operaio,</strong> di nazionalità romena, è morto dopo essere <strong>precipitato</strong> dal <strong>quinto piano</strong> di un edificio durante i lavori di ristrutturazione di una <strong>palazzina.</strong> Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Ostia che dovranno ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo quanto riporta Roma Today, la palazzina si trova in via Mare di Tasman, all&#8217;altezza del civico 15.</p> <p>A dare l&#8217;allarme &#8211; sempre secondo il quotidiano romano &#8211; sarebbero stati i suoi colleghi e i residenti del palazzo. Inutili i soccorsi, con i medici del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L&#8217;operaio era impegnato per conto di un&#8217;impresa edilizia in una serie di lavori per ristrutturare la facciata esterna dell&#8217;edificio e dei balconi. Si tratta del <strong>secondo morto</strong> sul lavoro nella Capitale in 24 ore: ieri un operaio era <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/08/morti-lavoro-roma-torino-catania-monza-notizie/8118938/">stato <strong>schiacciato</strong> da un <strong>macchinario. </strong></a>Altri tre operai, ieri, sono morti sul posto di lavoro: uno a Monza, uno nel catanese e uno a Torino.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/incidente-lavoro-ostia-operaio-precipitato-morto-notizie/8121126/">Incidente sul lavoro a Ostia: operaio muore dopo esser precipitato dal quinto piano di una palazzina dove stava lavorando</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  22. L’elefante è troppo vecchio e non riesce ad alzarsi da solo: il recupero con il trattore diventa virale

    Tue, 09 Sep 2025 16:28:53 -0000

    Dopo una breve lotta con una compagna del branco, Ruth, un’elefantessa di savana africana di 43 anni ospitata allo Zoo della Contea di Milwaukee, è caduta a terra, ma, a causa dell’età, non è riuscita a rialzarsi autonomamente. Una volta accortisi che l’animale era in difficoltà, dopo alcuni tentativi di rimettersi in piedi da sola, […]

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    <p>Dopo una breve lotta con una compagna del branco,<strong> Ruth</strong>, un’elefantessa di savana africana di 43 anni ospitata allo<strong> Zoo della Contea di Milwaukee</strong>, è caduta a terra, ma, a causa dell’età, non è riuscita a rialzarsi autonomamente. Una volta accortisi che l&#8217;animale era in difficoltà, dopo alcuni tentativi di rimettersi in piedi da sola, <strong>il personale dello zoo ha aiutato l&#8217;elefante a risollevarsi</strong>.</p> <p>La trovata però è stata comica, dato che per riuscirci, dato il peso dell&#8217;anziana elefantessa, hanno dovuto <strong>ingaggiare un muletto</strong>. Gli addetti ai lavori hanno prima riempito di fieno il caricatore frontale per evitare di ferire la bestia e attutirne il colpo, per poi darle qualche colpo dal basso verso l&#8217;alto. L&#8217;operazione è andata a buon fine, con Ruth che è poi riuscita a ritrovare stabilità.</p> <p>Il video della scena è andato subito virale e lo zoo ha spiegato che, essendo in età avanzata, tutti e tre gli elefanti ospitati sono considerati geriatrici. Secondo l&#8217;Associazione di Zoo e Acquari (<strong>AZA</strong>), l&#8217;aspettativa mediana di vita di una femmina di elefante della savana africana in cattività è di 39,4 anni.</p> <p>In questi casi, la struttura dispone di un protocollo specifico. Si allertano i membri della squadra speciale HURT dei Vigli del Fuoco di Milwaukee e di una ditta locale di trasporto merci. <strong>Il personale è addestrato e qualificato</strong> per queste situazioni e in questo caso non è stato necessario l&#8217;arrivo dei pompieri. Dopo la caduta, Ruth è andata incontro a un check da parte del team veterinario che ha evitato eventuali conseguenze della caduta.</p> <p>La direzione ha ricordato che l’Elephant Care Center è stato progettato per elefanti anziani e dispone di gru e attrezzature di sollevamento. L&#8217;elefantessa sta quindi bene ed è monitorata costantemente. Sono previste valutazioni comportamentali per ridurre il rischio di nuovi episodi legati alle interazioni tra gli animali del branco.</p> <p><iframe style="border: none; overflow: hidden;" src="https://www.facebook.com/plugins/video.php?height=476&amp;href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FSusanKimFanPage%2Fvideos%2F1584083766304575%2F&amp;show_text=false&amp;width=476&amp;t=0" width="476" height="476" frameborder="0" scrolling="no" allowfullscreen="allowfullscreen"></iframe></p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/lelefante-e-troppo-vecchio-e-non-riesce-ad-alzarsi-da-solo-il-recupero-con-il-trattore-diventa-virale/8120776/">L&#8217;elefante è troppo vecchio e non riesce ad alzarsi da solo: il recupero con il trattore diventa virale</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>
  23. “Saman Abbas è stata uccisa dal clan con fredda lucidità. Non sopportavano la sua autonomia”

    Tue, 09 Sep 2025 16:19:14 -0000

    L’omicidio di Saman è stato premeditato dal clan familiare, che non sopportava il desiderio di autonomia della ragazza. Lo scrive la Corte di assise di appello di Bologna nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo per i genitori, i due cugini e a 22 anni per lo zio della 18enne pachistana. La determinazione omicida – […]

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    <p>L’omicidio di Saman è stato premeditato dal <strong>clan familiare</strong>, che non sopportava il desiderio di autonomia della ragazza. Lo scrive la Corte di assise di appello di Bologna <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/18/saman-abbas-la-corte-dappello-condanna-allergastolo-i-genitori-e-i-cugini-della-ragazza-uccisa-22-anni-allo-zio/7958506/">nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo</a> per i genitori, i due cugini e a 22 anni per lo zio della 18enne pachistana. La determinazione omicida &#8211; si legge, è stata assunta &#8220;dal clan <strong>con fredda lucidità</strong> e programmata per un congruo lasso di tempo, ritenendosi insopportabile il fatto che Saman avesse deciso non solo di scegliere di vivere liberamente e in piena autonomia la propria vita&#8221; ma anche &#8220;in distonia con i valori etici e il credo religioso&#8221; della famiglia.</p> <p>Pur avendo pianificato l&#8217;esecuzione della figlia &#8220;per motivi culturali&#8221; e pur avendola accompagnata, la notte del 30 aprile 2021, sul luogo dell’esecuzione, i genitori di Saman Abbas, <strong>Shabbar Abbas</strong> e <strong>Nazia Shaheen</strong>, <strong>non sono stati gli esecutori materiali dell’omicidio</strong>. Ne sono convinti i giudici della Corte di assise di Bologna (presidente Pierluigi Stigliano, estensore Enrico Saracini) che nelle quasi 500 pagine di motivazioni della sentenza pronunciata il 18 aprile sono di diverso avviso rispetto alla Corte di Reggio Emilia, che aveva identificata nella madre una possibile esecutrice. Ma Nazia Shaheen, per la sentenza, uscì dal fuoco delle telecamere per poi tornare dopo solo 53 secondi: un lasso temporale troppo esiguo per uccidere, tenendo conto anche dell’aspetto ordinato dell’abbigliamento, incompatibile con una colluttazione.</p> <p>L’omicidio sarebbe stato dunque commesso, per la Corte, in concorso dallo zio <strong>Danish Hasnain</strong> e dai cugini <strong>Noman Hulaq e Ikram Ijaz</strong>, che l’attendevano al buio nello stradello davanti a casa di Novellara. All’azione avrebbero preso parte infatti, secondo quanto emerge dalle prove raccolte, tre persone: due più colui che materialmente ha strozzato la 18enne e che la sentenza non individua con certezza. Le stesse tre persone avrebbero anche sepolto la giovane nella fossa, scavata in precedenza e poi allargata.</p> <p>Il comportamento criminoso di Noman Hulaq e Ikram Ijaz, i due cugini di Saman assolti in primo grado e condannati all’ergastolo in secondo, si risolve &#8220;nell’indifferente esecuzione di una giovane ragazza in <strong>un contesto di acritico assenso alla determinazione del clan</strong>&#8220;. Per la Corte di assise di appello di Bologna i due, con il loro comportamento, &#8220;hanno reso di agevole esecuzione un proposito omicida che senza il loro consenso avrebbe conosciuto ben più importanti difficoltà di realizzazione&#8221;. Tra le prove indicate a carico dei due cugini, che si sono proclamati innocenti nelle dichiarazioni fatte in aula, c&#8217;è la circostanza che il fratello di Saman, testimone, ma anche il padre e lo zio (coimputati), li collocano sul luogo del delitto nelle ore in cui la ragazza è stata assassinata. In casa, inoltre, <strong>sono state trovate le pale</strong> con cui con probabilità è stata scavata la fossa dove la ragazza uccisa il 30 aprile 2021 è stata ritrovata un anno e mezzo dopo, su indicazione dello zio. C&#8217;è poi <strong>un profilo genetico di Ijaz</strong> su un indumento dello zio Danish Hasnain e infine la precipitosa fuga all’estero, quando ancora dell’omicidio uffialmente non si sapeva ancora nulla.</p> <p><strong>Il fratello minore di Saman</strong>, testimone principale del processo sull&#8217;omicidio della sorella, alla fine ha fornito &#8220;una ricostruzione articolata, coerente e credibile degli eventi quantomeno nel loro nucleo essenziale&#8221;. Così i giudici della Corte di assise di appello valutano il contributo del ragazzo pachistano, che ha accusato i suoi stessi familiari e si è costituito parte civile contro di loro (ha avuto una provvisionale di 50mila euro). Se per la Corte di assise di Reggio Emilia la sua era una voce non attendibile, per i giudici di appello si è invece &#8220;<strong>delineata una figura di giovane ragazzo</strong> che vive in un Paese che non sente come il suo, quasi esclusivamente all’interno di un microcosmo costituito dal proprio clan familiare che improvvisamente viene privato della propria sorella, certamente<strong> un punto fermo affettivo per lui</strong>&#8220;. La sua posizione è &#8220;di <strong>assoluta estraneità al concerto criminoso</strong>, ed è stato anzi considerato dai familiari un impiccio alla consumazione&#8221; del delitto. E anche quando mostrò ai genitori le chat di Saman col fidanzato, il fratello, all’epoca sedicenne, lo avrebbe fatto nel convincimento che al più la sorella sarebbe stata redarguita o punita&#8221;.</p> <p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/09/saman-abbas-omicidio-clan-familiare-motivazioni-sentenza-appello-notizie/8121063/">&#8220;Saman Abbas è stata uccisa dal clan con fredda lucidità. Non sopportavano la sua autonomia&#8221;</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.ilfattoquotidiano.it">Il Fatto Quotidiano</a>.</p>